sabato 25 settembre 2010

MONTEPULCIANO CERASUOLO VALENTINI, UN ABRUZZESE DI TALENTO PER UMBRI APPASSIONATI

Ieri bella serata al Met di Terni, in compagnia di cari amici con la stessa comune passione e il bisogno di capire fino in fondo cosa succede dentro una bottiglia di vino, magari divertendosi in compagnia. Il tema era il rosato naturale, particolarmente il Montepulciano Cerasuolo di Valentini. Una verticale non rigorosa, con molti ringers, a rendere più divertente e probante il confronto. Va detto subito che la grandezza di questo vino non era in discussione. E se lo fosse stata, con ieri quei pochisssimi dubbi sono spariti.
Le annate presenti erano 1994-2005-2006-2007-2008
La consueta diversità marcatissima da annata ad annata, ben percepita, dato che non abbiamo messo in mezzo diversivi, bolle od altro, quindi naso e palato fresco e subito a studiare quello che suiccedeva nel bicchiere. Unico elemento di confronto diretto, la sovrapposizione di due annate di Rosato Massa Vecchia (2004 con cabernet e malvasia, acido e volatile controllata; 2006 con merlot, selvaggio, scuro, volatile sparata) vini realizzati con intenti simili ma molto diversi per territorio e risultato finale.
Andando a ritroso nel tempo, si può partire con il Montepulciano Cerasuolo Valentini 2008, ancora molto indietro, con le tipiche riduzioni marcate e stallatici vari. Per chi ancora non lo sapesse, sotto questi "puzzi" cova sempre un grande vino, se ragioniamo di Valentini e della sua metodica di vinificazione. Vanno attesi, evidentemente il vino deve affinarsi, e non poco. Il colore è particolarmente acceso, da vino giovanissimo.
Montepulciano Cerasuolo Valentini 2007, più chiaro, forte taglio acido, mobile ma ancora monolitico. Mobilità avvertita sulle prime, una volta riassaggiato tende a diventare statico, compresso, non disteso. Darà soddisfazioni ma va ugualmente atteso. Al contrario del 2008, non ci sono tracce evidenti di stallatico, il vino è pulito. 92/100
Montepulciano Cerasuolo Valentini 2006, ancora uno stadio più avanzato nela maturazione, escono fuori i caratteri pienamente territoriali e la firma indistinguibile dei Valentini. Su un sottofondo netto di caffè, escono sapidità marine, acciughe con capperi sopra a tutto. 91/100
Montepulciano Cerasuolo Valentini 2005, il colore è intenso, simile al 2008, riemerge anche lo stallatico, ma in grado di esprimere una grande varietà di emozioni, sensazioni, decodificabili in descrittori di salmastrato, pesce crudo. Si distende ed allunga su un boun finale. 91/100
Montepulciano Cerasuolo Valentini 1994. Veniamo quindi alla star della serata, la prova provata. Bottiglia maltrattata, terza di un gruppo di tre bottiglie apparentemente mal conservate, tenute in casa, soggette per anni a quello che gli appassionati considerano una "cattiva conservazione". Bene, se questi sono i risultati, le pignolerie da cantina high-tech dovrebbero essere ripensate con attenzione. Diciamo subito, vino straordinario. Una cascata progressiva di sensazioni, straordinario su toni terziari, cipria, sherry, archemes, anice, un tono sommesso ma di grande classe. Mi ricorda a tratti una Coulèe de Serrant di Joly 1989, bevuta tempo fa. Un sogno, purtroppo irripetibile, temo che bottiglie in giro ne restino ben poche. 94/100
Conviene sempre fare scorte ampie di Valentini, le emozioni variegate e imprevedibili che possono dare nel tempo, meritano un'attesa fiduciosa e bevute empiriche da spalmare negli anni, addirittura nei decenni.

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